giovedì 22 novembre 2007

LA FECCIA


I fatti verificatisi a Roma e Milano dopo la morte del tifoso all'autogrill di Arezzo hanno messo in evidenza una verità da tempo conosciuta a tutti ma negata da molti opinionisti e giornalisti sportivi: una parte consistente dei tifosi delle curve sono dei violenti. In tutti questi anni in cui si sono sempre ripetuti fatti di violenza e talvolta di sangue, si sono sempre sentite ripetere le solite falsità; si sosteneva che i tifosi fossero tutti degli sportivi e che gli incidenti fossero causati da poche frange di violenti e che essi nulla avessero a che vedere con i tifosi delle curve. I cosiddetti esperti sostevano e sostengono che gli incidenti si verificano sempre più spesso lontano dagli stadi.


La realtà è completamente diversa: pochi anni or sono i tifosi hanno intimidito giocatori e managers per impedire lo svolgimento di una partita a Roma, lo fecero inventandosi di sana pianta la notizia di una bambina uccisa dalle forze dell'ordine, il caso Raciti è stato drammatico ed emblematico; in occasione degli ultimi scontri allo stadio di Bergamo si sono visti tifosi aggredire le barriere antisfondamento con un tombino portato dall'esterno dello stadio, mentre i soliti opinionisti imbelli e bugiardi continuano a dire che gli scontri si sono spostati fuori dagli stadi!! Appena una settimana dopo il caso Raciti, i soliti commentatori dissero che si doveva "aver rispetto" per i tifosi e consentire di nuovo le trasferte.


Pochi giorni or sono, un noto quotidiano nazionale ha riportato interviste a gruppi di tifosi del nord, evidenziando la verità: sono delinquenti, violenti, sono organizzati militarmente. I loro capi sono diffidati e non possono più andare allo stadio, ma organizzano il presidio quando giocano in casa e le spedizioni in trasferta. Hanno dichiarato di cercare sempre lo scontro, di volersi picchiare con i tifosi avversari e le forze dell'ordine. La loro logica è quella del presidio del territorio e del "rispetto" da pretendere da parte degli avversari. Praticamente ognuna delle frasi pronunciate avrebbe comportato una denuncia per apologia di reato. E' ormai evidente come una parte importante dei tifosi agli stadi sia composta da violenti che sistematicamente cercano scontri e distruggono la proprietà privata.


E' chiaro a tutti, tranne che agli opinionisti, come il codice penale non abbia valore per i tifosi: possono aggredire, picchiare, distruggere, bruciare. Le forze dell'ordine possono solo contenere, ma devono stare attente a non provocare! Tutto ciò è assurdo, in occasione degli ultimi scontri il Ministro degli Interni ha ordinato alla Polizia di non intervenire mentre i tifosi mettevano a ferro e fuoco la Capitale d'Italia!

Ora è chiaro come anche una parte rilevante dei commentatori dovrebbero essere considerati fiancheggiatori di questi delinquenti, dal momento che sono sempre pronti a giustificare i crimini dei tifosi e ad attaccare l'operato delle forze dell'ordine. In Italia avremmo bisogno di un politico tanto moderato quanto determinato come Nicolas Sarkozy: ora sta affrontando a viso aperto i sindacati comunisti che hanno la pretesa di poter andare in pensione a cinquanta anni e non esitò, da ministro degli interni, a sedare i disordini delle periferie ed a definire quei delinquenti con il nome che meritano anche quella parte di tifosi a cui mi riferisco: FECCIA.

lunedì 12 novembre 2007

IL VASO DI PANDORA ED IL RISO


Cogne, Garlasco, Perugia, ci sono altri innumerevoli casi, ma questi sono i primi che mi vengono alla mente. Sono omicidi efferati, sono fatti di una tale gravità e bestialità da far vacillare la mente. Forse si dovrebbe cercare l'origine di questi fatti, non tanto nella mente, quanto nell'ormai inconsistente valore che viene attribuito alla morale ed ai principi fondamentali che la sottendono. Sono solito riferirmi al tragico 1968, quando lamento il progressivo deteriorarsi delle discriminanti di valore, la continua discesa della nostra soglia di accettazione di ciò che può essere condivisibile, moralmente accettabile, socialmente vivibile. Nell'arco di meno di tre secoli siamo passati dal rivestire le gambe dei pianoforti alla diffusa mancanza di valori in realtà irrinunciabili per chi vuole appartenere all'umano genere.

Nella seconda metà del Novecento c'è stato il feroce attacco alla Borghesia ed ai suoi valori. Tale attacco era causato dall'imperdonabile peccato della borghesia: aver sconfitto fascismo, nazismo ed aver rifiutato il comunismo. Durante gli attacchi alla borghesia, portati anche da "soloni" come Moravia e Brecht, si arrivò a mettere in discussione qualunque valore positivo: la prima ad essere distrutta fu la famiglia. Nessuno mette in discussione la validità del diritto al divorzio, ma ora si è giunti all'assurdo di voler equiparare la famiglia con le coppie omosessuali, si attribuisce alla famiglia la colpa del fatto che tanti crimini vengano compiuti appunto nell'ambito famigliare quando ciò è ovvio, ma nasce dal lato oscuro degli esseri umani: è nei rapporti famigliari che si incontrano e scontrano nel modo più intenso le volontà dei singoli.
Negli ultimi cinquanta anni non si è fatto altro che infrangere i cosiddetti tabù: sesso, droghe ed altro. Il risultato è stato quello di "sdoganare" delle nefandezze che da sempre albergano nell'animo umano. Il fatto di portare alla luce il lato oscuro non ha comportato maggior consapevolezza, bensì la placida accettazione del Male. I terribili maitre a penser del nostro tempo - personaggi come Quentin Tarantino - hanno cercato di rivestire con una presupposta cultura ciò che è solamente abominio.
Ci sono sempre stati casi di persone che vivono turbamenti inconfessabili, il profondo degrado della nostra società ha fatto sì che ora costoro abbiano dei riferimenti precisi per passare ai fatti, e detti riferimenti vengono proposti urbi et orbi, come se facessero parte di un sistema morale ed etico comune e condivisibile.

L'ultima subdola arma è la cosiddetta ironia. Un tempo si diceva - a mio parere giustamente - che ricorrere al riso era dovuto alla mancanza di argomenti razionali. Ridere è bello, è tipico degli esseri umani, ma ora siamo al punto che il riso viene suscitato per prendersi gioco di avversari politici, per mancare di rispetto alle religioni. La stupida ironia è diventata l'arma prediletta di tutti gli imbecilli: sia onore a Padre Jorge da Burgos de"Il Nome della Rosa"!

Abbiamo aperto il vaso di Pandora, abbiamo scatenato la Bestia, ed ora non sappiamo più come batterla. Si sono purtroppo avverare le peggioni previsioni di Nietzsche: Dio "è morto" e l'uomo si trova abbandonato ad un divenire senza senso e senza valori. Non condivido l'unica via di uscita proposta dal triste e geniale filosofo tedesco, che era il vivere dionisiaco; dobbiamo infatti ricostruire la nostra società sulla base di quei valori che sono precipui della cultura giudaico-cristiana.

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA



Il brutale assassinio di Giovanna Reggiani ha suscitato un'ondata di cordoglio, sdegno; ha suscitato dibattiti politici, iniziative parlamentari ed un decreto legge. Ora che il riflesso emozionale si è smorzato, tutto torna alla cosiddetta normalità e nulla di concreto verrà fatto per evitare che in futuro si ripetano fatti simili.

L'assassinio di Giovanna Reggiani è in realtà una morte annunciata da tempo. Come spesso accade in Italia è anche il frutto della mancanza di rispetto dei partiti nei confronti delle regole della democrazia anzi, della regola fondamentale della democrazia: il fatto che le decisioni vadano sempre prese a maggioranza e che su fatti di grande importanza l'elettorato vada consultato direttamente e che non si possa decidere tutto al solo - pur fondamentale - livello parlamentare. Siamo entrati nell'area Euro senza referendum, è stata approvata la Costituzione Europea senza referendum ed, infine, anche i successivi allargamenti dell'Unione e della conseguente Area Schengen non hanno avuto l'avallo diretto del popolo.
Tutte queste iniziative - votate assieme da destra e sinistra - hanno mutato profondamente la vita del popolo italiano ed hanno implicato la devoluzione di diritti nazionali, sanciti dalla Costituzione Italiana, all'Unione Europea.
Da tempo i media sostengono che gli italiani sono europeisti e che i referendum avrebbero avuto esito favorevole: questa non è certo una valida regione per togliere al popolo sovrano le proprie prerogative. Le votazioni avrebbro poi consentito approfondimenti e scambi di idee ed implicato una presa di coscienza da parte dell'elettorato.

Tornanado al caso Reggiani va detto che le condizioni del popolo rumeno sono difficilissime: costo della vita simile al nostro e retribuzioni pari ad un quarto delle nostre, era evidente a chiunque come l'ingresso nell'area Schengen avrebbe provocato un esodo di massa. In Romania vivono altresì tantissimi rom, costoro non accettano le regole dettate dalla stessa Unione Europea (es. residenza stabile); non tutti, ma tanti tra loro, hanno una visione morale e sociale incompatibile con la nostra. Gli uomini considerano disdicevole lavorare, preferiscono far prostituire moglie, figlie e mandare i bambini ad accattonare.
Siamo al solito paradosso: ci troviamo di fronte ad etnie che non accettano i nostri valori e la sinistra invoca sempre maggiore accettazione. Come sempre tutto questo è figlio dell'ondata di marciume che è nata e cresciuta a partire dall'Annus Horribilis, il 1968 che ci portò - tra le altre cose - il Relativismo morale, etico e culturale.

La nostra Nazione non garantisce più l'incolumità dei cittadini, non ha più i mezzi per farlo, dal momento che ha rinunciato alle proprie prerogative, Giovanna Reggiani è stata massacrata a Roma, la città amministrata di Ciccobello prima e da Uolter ora, la città del Festival del cinema, la città delle Notti bianche. La responsabilità politica è da suddividersi tra destra e sinistra, quella culturale e morale è solo esclusivamente della sinistra. Tutti gli italiani si aspettavano problemi dovuti all'immigrazione massiccia di rumeni sottopagati e di rom, ma nessuno ne ha tenuto conto. Nei prestigiosi salotti dei Parioli e di altri centri di potere, si annidano demagoghi che non rispondono delle proprie responsabilità, non hanno rispetto della vita dei cittadini e che sono pronti solamente a mettere in guardia rispetto a possibili e disdicevoli atteggiamenti razzisti, che sono in realtà causati dalla loro ignavia e dalla loro pervicace determinazione di far adeguare la realtà alla loro fallace ideologia.



Video campagna elettorale Reagan