lunedì 12 novembre 2007

IL VASO DI PANDORA ED IL RISO


Cogne, Garlasco, Perugia, ci sono altri innumerevoli casi, ma questi sono i primi che mi vengono alla mente. Sono omicidi efferati, sono fatti di una tale gravità e bestialità da far vacillare la mente. Forse si dovrebbe cercare l'origine di questi fatti, non tanto nella mente, quanto nell'ormai inconsistente valore che viene attribuito alla morale ed ai principi fondamentali che la sottendono. Sono solito riferirmi al tragico 1968, quando lamento il progressivo deteriorarsi delle discriminanti di valore, la continua discesa della nostra soglia di accettazione di ciò che può essere condivisibile, moralmente accettabile, socialmente vivibile. Nell'arco di meno di tre secoli siamo passati dal rivestire le gambe dei pianoforti alla diffusa mancanza di valori in realtà irrinunciabili per chi vuole appartenere all'umano genere.

Nella seconda metà del Novecento c'è stato il feroce attacco alla Borghesia ed ai suoi valori. Tale attacco era causato dall'imperdonabile peccato della borghesia: aver sconfitto fascismo, nazismo ed aver rifiutato il comunismo. Durante gli attacchi alla borghesia, portati anche da "soloni" come Moravia e Brecht, si arrivò a mettere in discussione qualunque valore positivo: la prima ad essere distrutta fu la famiglia. Nessuno mette in discussione la validità del diritto al divorzio, ma ora si è giunti all'assurdo di voler equiparare la famiglia con le coppie omosessuali, si attribuisce alla famiglia la colpa del fatto che tanti crimini vengano compiuti appunto nell'ambito famigliare quando ciò è ovvio, ma nasce dal lato oscuro degli esseri umani: è nei rapporti famigliari che si incontrano e scontrano nel modo più intenso le volontà dei singoli.
Negli ultimi cinquanta anni non si è fatto altro che infrangere i cosiddetti tabù: sesso, droghe ed altro. Il risultato è stato quello di "sdoganare" delle nefandezze che da sempre albergano nell'animo umano. Il fatto di portare alla luce il lato oscuro non ha comportato maggior consapevolezza, bensì la placida accettazione del Male. I terribili maitre a penser del nostro tempo - personaggi come Quentin Tarantino - hanno cercato di rivestire con una presupposta cultura ciò che è solamente abominio.
Ci sono sempre stati casi di persone che vivono turbamenti inconfessabili, il profondo degrado della nostra società ha fatto sì che ora costoro abbiano dei riferimenti precisi per passare ai fatti, e detti riferimenti vengono proposti urbi et orbi, come se facessero parte di un sistema morale ed etico comune e condivisibile.

L'ultima subdola arma è la cosiddetta ironia. Un tempo si diceva - a mio parere giustamente - che ricorrere al riso era dovuto alla mancanza di argomenti razionali. Ridere è bello, è tipico degli esseri umani, ma ora siamo al punto che il riso viene suscitato per prendersi gioco di avversari politici, per mancare di rispetto alle religioni. La stupida ironia è diventata l'arma prediletta di tutti gli imbecilli: sia onore a Padre Jorge da Burgos de"Il Nome della Rosa"!

Abbiamo aperto il vaso di Pandora, abbiamo scatenato la Bestia, ed ora non sappiamo più come batterla. Si sono purtroppo avverare le peggioni previsioni di Nietzsche: Dio "è morto" e l'uomo si trova abbandonato ad un divenire senza senso e senza valori. Non condivido l'unica via di uscita proposta dal triste e geniale filosofo tedesco, che era il vivere dionisiaco; dobbiamo infatti ricostruire la nostra società sulla base di quei valori che sono precipui della cultura giudaico-cristiana.

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