

Talvolta mi chiedo se non ci meritiamo veramente il debito pubblico, se non siamo consapevoli del fatto che pretendiamo di considerarci europei, mentre ci avviciniamo sempre più a standard del quarto mondo. Per non smentire la pessima fama di cui giustamente godiamo come italiani, pensiamo solo agli aspetti superficiali e meramente formali. Durante un mandato Craxi, il Governo italiano annunciò di aver superato la Gran Bretagna nella classifica dei paesi più industrializzati: era solo il frutto del cambiamento di alcuni coefficienti, deciso unilateralmente. Margaret Thatcher fece subito notare come fosse costume degli italiani non rispettare le regole.

Negli utlimi anni ho visitato alcune realtà: Nairobi (sì, la città africana!!) è un giardino a confronto di Napoli, a Calcutta (sì, proprio la città indiana di tredici milioni di anime, dove Madre Teresa iniziò a raccogliere i moribondi per strada!!) la spazzatura è raccolta a mano dagli intoccabili e la città è molto pulita, pure SoWeTo (sì, proprio la famosa South West Township sudafricana!!) non ha il problema dei rifiuti. Mentre nessuno agisce, tutti fanno riferimento a responsabilità più ampie, tutti chiedono aiuti ed alcuni si sentono in diritto di proferire grandiose stupidaggini, come ridurre la quantità di rifiuti alla fonte e spingere ed investire (ovvero chiederci altri soldi) nella raccolta differenziata!!
Un altro tema significativo è la cessione di Alitalia e le conseguenze per l'aeroporto di Malpensa. La situazione è il frutto dei molteplici aspetti del perverso capitalismo di stato italiano. In primis la golden share (abolita in nazioni veramente liberiste come la Gran Bretagna), che consente allo Stato di controllare società solo nominalmente private; secondo - non per importanza - il fatto stesso che uno Stato debba o meno avere una compagnia di bandiera: a che serve? Lo Stato dovrebbe semplicemente garantire i collegamenti aerei con quelle località del territorio nazionale che non hanno un traffico sufficiente per garantire remunerazione ad una compagnia privata, ma per fare questo non è certo necessario una compagnia nazionale. Altro problema indecifrabile è l' HUB di Mapensa, senza cadere negli eccessi "antiromani" di alcuni politici, se è vero che in Lombardia di produce il 20 percento del PIL nazionale, sarebbe semplice buon senso fare dello scalo lombardo l'HUB nazionale. Ora però vengono comunicati dati secondo i quali Alitalia perde a Malpensa 200 milioni di euro all'anno (sic!!) principalmente a causa del costo dei voli di collegamento interno (ovvero il valore aggiunto di qualsiasi HUB, rispetto agli altri aeroporti). La notizia è apparsa un paio di giorni sui quotidiani, nessuno l'ha confermata o smentita ed i cittadini continuano a leggere in merito all'ipotetico sorpasso spagnolo, in merito al calciomercato invernale, alle vacanze romantiche di Sarkozy ed altre amenità.
Il dato di partenza è che non si riesce mai a sapere con chiarezza quale sia la situazione; l'elemento più perverso è costituito dai sindacati che tutelano minoranze di iscritti contro la maggioranza ed i politici che pensano solo in termini di bacini elettorali. Tutto ciò viene consentito però dall'ignavia e dalla superficiale arroganza del popolo italiano che è orgoglioso di essere tale quando la squadra di calcio di Napoli torna in Serie A e quando vede in giro per il mondo il tricolore dipinto sui timoni di coda di una compagnia aerea che da decenni produce debito.
Negli Stati Uniti non esistono compagnie di bandiera statali, quando, nel 1991, fallì la Pan American (la prima compagnia al mondo ad effettuare trasvolate oceaniche regolari!!) nessuno si sentì ferito nell'orgoglio nazionale.
Il rispetto di sé, l'onore, l'amore per la propria patria, dovrebbe consistere prima di tutto nella determinazione a non spendere più di quanto possiamo permetterci ed a non rinunciare a ciò che costituisce il vero decoro. Possiamo permetterci due HUB? Non credo. Possiamo permetterci di mandare la nostra spazzatura all'estero? Non credo che sia onorevole. Possiamo permetterci una compagnia di bandiera sempre in passivo? Lo trovo vergognoso. Si dia veramente il via alla deregulation (come quella di Reagan, non le solite finzioni italiche): sarà il mercato a risolvere i problemi, come sempre. Lo Stato non è la soluzione, lo Stato è il problema.