lunedì 8 ottobre 2007

RHODESIA


La storia della Rhodesia è esemplificativa di quanto sia stato negativo il processo di decolonizzazione, negativo per gli africani. Tra il 1947 ed il 1964 venne compiuta - praticamente nella sua totalità - la decolonizzazione di tutti gli stati africani. i regimi coloniali erano chiaramente paternalisti, sarebbe stata necessaria però, un'evoluzione, non certo la cessione del potere politico a personaggi con le mani lorde di sangue, quasi tutti marxisti o maoisti (Lumumba, Mugabe).


La storia della Rhodesia è particolarmente significativa: la Nazione venne fondata dal grande Cecil John Rhodes negli ultimi anni dell'800, pur essendo presenti dei minerali pregiati nel sottosuolo, la ricchezza della Rhodesia dipese sempre dall'agricoltura che consentì regimi di vita confortevoli sia ai bianchi, sia ai negri.


A causa delle differenze culturali tra le etnie bantù e zulu, all'inizio degli anni '60 la Rhodesia del nord si separò dando vita a due nuovi Stati: il Malawi e lo Zambia. Si era in pieno ferfore anticoloniale quando salì sul proscenio Ian Smith, agricoltore, deputato, ma soprattutto uno dei più grandi idealisti del ventesimo secolo. Smith, per evitare che il Regno Unito consegnasse la Nazione ai neri comunisti, nel 1964 proclamò l'indipendenza della Rhodesia del Sud, che rimase tale fino al 1979.


Furono anni nei quali il potere politico era saldamente in mano ai bianchi, anche se veniva concessa una rappresentatività anche ai negri. L'economia prosperava e l'unico vero problema era l'attività terroristica dello ZANU e dello ZAPU alla cui testa era Robert Gabriel Mugabe il quale aveva dichiarato di voler fare della Rhodesia uno stato marxista leninista. Qui vediamo un'altra caratteristica di quegli anni: si diceva l'Africa ai neri, quando in realtà la si voleva consegnare ai Rossi.


Alla fine Smith dovette cedere sutto le sanzioni imposte dall'ONU (che era in mano ai neri, ma soprattutto ai Rossi), nel '79 venne stipulato un accordo trilaterale tra ZAPU, UK e Rhodesia e salì al potere Robert Mugabe.


Non vi fu il bagno di sangue tipico di quei casi in forza dell'accordo, i bianchi dimasero proprietari del 70% delle terre coltivabili consentendo il il mantenimento della ricchezza, ma nel 1999 Mugabe espropriò i bianchi di TUTTI i loro averi e li nazionalizzò per concederli in regalo ai propri scherani i quali ben si guardarono dal lavorare considerandoli (tipico degli africani) solo un simbolo di prestigio. La produzione agricola della Rhodesia crollò di oltre il 75% (sic!!!) ed ora la popolazione non ha di che nutrirsi, per non parlare dei livelli di istruzione e della sanità che sono pure crollati.


E' ora che venga detta la verità: la decolonizzazione fu un abominio, non si deve dare l'africa a i neri, bensì l'africa agli africani, di qualunque colore essi siano.


Viva la Rhodesia, onore a Ian Smith

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