martedì 30 ottobre 2007

I COSIDDETTI SCHIAVI DI OGGI


Viaggiando per diversi Blog, ho trovato tante testimonianze di lavoratori che si definiscono "schiavi". Le loro storie sono incentrate sulla condizione del lavoro precario oggi in Italia. Ritengo importante sottolineare come ogni vita sia sacra ed importante, come la sofferenza od il disagio delle persone meritino sempre e comunque il massimo rispetto. Questo per spiegare che qui non faccio riferimento diretto alle persone che vivono disagi e difficoltà, bensì alla mentalità che credo sottenda l'argomentare di alcuni di loro.


La prima considerazione riguarda i precari più giovani: ai miei tempi non si parlava di precariato, bensì di "gavetta". Era tipico doversi adattare ad impieghi provvisori, inerenti o meno il titolo di studio conseguito. Non suscitava recriminazione il fatto di dover lavorare tanto e guadagnare poco. Tutto questo per non parlare delle vite dei nostri genitori e dei nostri nonni: vite durissime, faticose, con scarsissimi orizzonti ed opportunità di crescita e di cambiamenti: non dimentichiamoci che fu la loro grande capacità di lavorare a costruire l'agiatezza nella quale viviamo oggi.


Com'è giusto che sia, in una società capitalista, le condizioni delle persone migliorano di generazione in generazione ed è corretto guardare sempre al futuro: ricordare le nostre radici e le nostre ordigini è però fondamentale per avere una visione prospettica e per fortificare la propria identità.


La cosa che più mi impressiona di tutte le vicende narrate, è come queste persone in difficoltà, attribuiscano i propri problemi a elementi esogeni alla propria volontà e come chiedano sempre una risposta allo Stato. Conosco persone che - pur nelle difficoltà, pur sottoccupati - lavorano seriamente, senza mai desistere, ma gli scritti che leggo nei blog sono tutti improntati alla totale deresponsabilizzazione: hanno tutti la pretesa che lo Stato risolva i loro problemi, ritengono che il lavoro stabile e ben retribuito sia una sorta di diritto divino, parlano con disprezzo degli aspetti commerciali del lavoro nel call center, rivendicano il diritto di irridere i datori di lavoro. La vita di tutti noi, da sempre e per sempre - sia chiaro - è intrisa di ingiustizie e di comportamenti scorretti che subiamo, ma essi sono dettati - come ha sempre sostenuto Dickens - dalla povertà dell'animo umano, non certo dal sistema economico e sociale. Ricordo quando, con straodinaria lungimiranza, Margaret Thatcher disse che non esiste la società, esistono solo le persone e le loro famiglie composte da persone di sesso diverso.


Oggi manca lo spirito di sacrificio, la dedizione, la determinazione, la risolutezza. Il problema dei precari non più giovanissimi consta solamente nel fatto che non abbiamo ancora abolito l'Articolo 18. La sciocca affermazione che uno schiavo nel diciannovesimo secolo costava una cifra superiore al reddito dei precari è peggio che stupida, è senza senso. La situazione economica che viviamo è figlia dei privilegi che stiamo pagando a chi è andato in pensione a cinquanta anni di età, è figlia del peso di quasi quattro milioni di dipendenti pubblici. Viviamo nello Stato capitalista più statalizzato del mondo e continuiamo a dare la colpa di tutto al mercato le cui regole non abbiamo voluto adottare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'unico modo per favorire l'occupazione è dare ad un imprenditore la possibilità di licenziare. Solo in questo modo si sentirà tranquillo e libero di assumere. Verrà favorita la meritocrazia e la crescita salariale grazie ad una superiore mobilità trasversale delle persone da una azienda ad un'altra. Chi perderà un lavoro non sarà terrorizzato dall'idea di non trovarne uno nuovo. Oggi tuttavia chi cerca un lavoro non riesce facilmente a trovarlo perchè piuttosto che assumere un imprenditore farà ricorso a tutte le forme alternative come straordinari, contratti atipici ecc. Come mai infatti nelle economie a maggior flessibilità come Svizzera, Gran Bretagna, USA, Danimarca, non esistono praticamente i contratti atipici?
E grazie alla maggiore occupazione si libereranno risorse per migliorare gli ammortizzatori sociali

Video campagna elettorale Reagan